Con il Decreto Ministeriale 161/2023 il Ministero ha adottato le nuove linee guide fondamentali per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi di cultura statali.

Le due nuove Linee Guida hanno determinato un tariffario generale per tipi differenti di concessione.
La prima riguarda la riproduzione dei beni, un’attività suddivisa in 9 macro-prodotti, la seconda invece riguarda l’uso degli spazi, un’attività suddivisa in 3 macro- prodotti.

Per quanto riguarda la riproduzione dei beni culturali, le Linee Guida delineano un quadro nel quale si attua una distinzione tra riproduzioni a scopo liberale o comunque non commerciale e le riproduzioni a scopo di lucro. A partire dalle riproduzioni liberali vengono identificate alcune tipologie di riproduzioni che, in ogni caso, devono essere libere e gratuite oppure libere ma sottoposte ad un rimborso delle spese di gestione. Per quanto riguarda invece le riproduzioni a scopo lucrativo viene fissato un minimo tariffario, frutto di un sistema di calcolo stabilito nel Decreto che, associando ad ogni macro-prodotto una tariffa unitaria, la moltiplica per un coefficiente differenziato in funzione della destinazione delle riproduzioni.

Sulle concezioni dell’utilizzo degli spazi presenti nelle strutture consegnate agli istituti concedenti, il Decreto stabilisce che gli enti saranno chiamati a misurare la superficie degli spazi, individuando un canone all’interno di un minimo e un massimo fissato dalle Linee Guida che deve tener conto anche dell’importanza storica e culturale dello spazio in questione.

Un altro aspetto fondamentale inserito nel Decreto è la chiarificazione del concetto di “uso individuale o privato per finalità lucrative o commerciali connesse alla riproduzione”. Viene incluso nella definizione lo sfruttamento degli spazi per effettuare riprese per il cinema o la televisione e anche per la realizzazione di servizi fotografici.

Le nuove Linee Guida Ministeriali offrono una serie di opportunità importanti per molte imprese, dall’editoria fino al cinema. Attraverso l’adozione del tariffario minimo gli istituti vengono nuovamente messi al centro dell’attività di controllo, impedendo lo sfruttamento dei beni senza il pagamento dei relativi canoni, come era teoricamente possibile in passato.

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